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La Rocchetta

La Rocchetta era ed è la parte più ‘nobile’ del Castello di Novara. Qui dormivano il castellano e, quando era in città, il signore di turno. Siamo nell’angolo nord-est del cortile del castello, a destra dell’ingresso principale, in quella che viene per l’appunto definita ‘la Rocchetta’, ovvero la parte più antica e ben conservata del castello di epoca viscontea. Due edifici in mattoni a vista, uniti ad angolo retto a formare una sorta di L, ricchi di storia e di segni del passato, all’interno come all’esterno.

Sulle facciate che guardano il cortile sono ancora ben visibili le finestre, anche se alcune sono state murate o dotate di inferiate negli anni in cui il castello è stato utilizzato come carcere. Del resto quelle stanze avevano tenuto in catene un ospite illustre già nel lontano’500: si narra infatti vi fosse imprigionato nientedimeno che Ludovico il Moro. Sul lato corto della L fa bello sfoggio di sé, perfettamente conservata, una bifora con archi a tutto sesto e timpano a scaglia, corrispondente a quella che con ogni probabilità fu la camera matrimoniale di Filippo Maria Visconti. Oggi in quei locali vengono ospitate delle mostre temporanee.

La Rocchetta era difesa da due torri: la Mirabella, situata nell’angolo Nord-Est e la torre del Moncione, posta sul lato Est. Entrambe difendevano la trecentesca Porta dell’Ortello, ma oggi possiamo ammirare solo la seconda, anche detta torre della Munizione. La si riconosce dall’altezza, maggiore rispetto a quella del resto dell’edificio nonostante non sia arrivata integra ai nostri giorni. Al piano terra di questa torre, un’ampia sala con una volta a quattro vele tutte poggianti su un unico pilastro centrale ospita oggi la mostra permanente Expo Risorgimento.

Le architetture ricercate e la presenza di frammenti di affreschi e abbozzi di sinopie ci raccontano una vita castellana aristocratica, sicuramente secondaria rispetto all’arte della guerra, ma anch’essa ben rappresentata come in ogni castello che si rispetti.

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